BmX
Storia e Filosofie
- Come è iniziato il tutto?
- Era la fine degli anni sessanta,
la leggenda narra il 10 Luglio 1969, quando un gruppo di Motocrossisti
organizzò una pista in miniatura dove far correre i propri figli su
delle biciclette.
- In pochi anni il Bycicle
Moto X (cross) diventò un fenomeno prima e uno sport con decine di migliaia
di praticanti subito dopo sino a giungere in Europa ed in Italia nei
primi anni ottanta. I padri fondatori del movimento, almeno dal punto
di vista tecnico, i Tom Ritchey e Gary Fischer di questo Sport sono
stati in ordine non casuale Lynn Kastan (ora progettista per GIANT)
e Gary Turner (GT ora miliardario).
- Ora dopo alcuni anni di magra
il Bmx ritorna prepotentemente alla ribalta, basti pensare che negli
scorsi anno in America si è venduto un numero di Bmx superiore a quello
di MTB nell'anno di massimo boom e siamo solo agli inizi. Da un paio
di anni a questa parte anche da noi è diventato più facile trovare delle
Bmx nei negozi e sempre più gente si presenta alle gare dalle varie
parti d'Italia ed il movimento sta crescendo costantemente tanto che
anche i superconservatori i costruttori italiani (Sintesi, Turro, Bottecchia)
hanno fatto i primi assaggi per un possibile impegno. Com'è fatta una
Bmx? Anche se negli ultimi tempi la spinta tecnologica della Mountain
Bike ha introdotto parecchie novità (leggi forcelle a doppia piastra,
pedali a sgancio e telai monoscocca) la BMX da competizione è sostanzialmente
un mezzo molto semplice. La bici ha un solo rapporto e un solo freno
(il posteriore), perché nel Bmx come in tutti gli sport in cui i mezzi
sono molto sollecitati vale il motto, quello che non serve non si mette.
La pista dove si svolgono le gare infatti è fatta in modo da non richiedere
mai frenate che non siano quelle di emergenza ed ha un equilibrio tra
salti, curve e rettilinei tale da permettere l'uso di un solo rapporto.
Le ruote vengono montate utilizzando speciali mozzi a 36 fori a flangia
alta con perni in acciaio su cuscinetti e cerchi a doppia bussola in
alluminio ad alta resistenza o in casi estremi in acciaio (cromati).
Il movimento centrale è il particolare più strano per i profani, in
quanto i telai da Bmx non hanno la scatola del movimento filettata.
Il movimento è costituito da due cuscinetti inseriti su delle calotte
da innestare nel telaio (come se fossero di una serie sterzo) entro
cui ruota un perno in acciaio ad alta resistenza su cui vanno infilate
le pedivelle ed avvitate in battuta ed in alcuni casi anche lateralmente;
la corona (singola) viene poi avvitata alla pedivella destra. Alcuni
dei maniaci del peso a questo punto saranno già inorriditi ma vi assicuriamo
che un movimento da MTB montato su una Bmx non avrebbe che poche ore
di vita! Il rapporto più usato sulle bici con le ruote da 20" è il 44/16,
per cui vi potete immaginare le velocità che si raggiungono in gara
all'imbocco delle rampe dei salti! Il telaio infine dopo anni di 4130
(il cromo mobildeno degli americani) ora viene speso costruito in alluminio
e più raramente in fibra di carbonio sempre ricercando la massima resa
nella pedalata e la robustezza non lesinando in rinforzi e spessori
abbondanti tanto che questi mini telai pesano spesso come quelli di
ful suspended di medio livello! Una biciclettina da gara pesa perciò
una volta montata e pronta a gareggiare non meno di undici chili ma
grazie allo scatto permesso dal ridotto diametro delle ruote e dalla
fluidità dei suoi movimenti su cuscineti è sicuramente il più veloce
mezzo a pedali sulla terra per correre sulle piste da Bmx. La Bmx è
perciò un robustissimo mezzo con cui correre e divertirsi con la tranquillità
di poter fare la pochissima manutenzione da soli e la sicurezza di poterlo
utilizzare per molti anni con una ridottissima spesa di ricambi (con
un paio di gomme si corre una stagione intera).
- Tutto qui?
- Sono un tipo troppo sevaggio
per mettermi in fila dietro un cancelletto di partenza! Non c'è problema!
Anche nel Bmx si è sviluppato un gruppo di personaggi anticonformisti
e fantasiosi come te che ha posto le basi di quello che è stato subito
chiamato Freestyle.
- Erano i primi anni 70 e la
leggenda dice che fu lo stesso Bob Haro (anche qui calzerebbe la battuta
ora miliardario!) ad esibirsi nei primi Trick (vocabolo che non traduciamo
perché e difficile darne un significato in italiano, quello che più
si avvicina a nostro parere è quello dato dal vocabolario dove lo traduce
come trucco da prestigiatore).
- Sono nate da subito delle
competizioni che hanno prodotto i primi mitici campioni (Eddie Fiola,
R.L.Osborne, Michael J.Buff, Brian Wilkerson, Bryan Blyter e Brian Scura)
- Il Freestyle ai giorni nostri
è giunto ad un tale livello di evoluzione da rendere difficile fare
un discorso generale sulla specialità. Proprio per la sua natura libera
e aperta a tutte le possibili influenze è fatto di molte sfaccettature
o meglio di un insieme di specialità diverse fra loro che possiamo a
grandi linee individuare in : Mini/Street, Flatland, Vert e Dirt Jumping.
- Mini sta per mini-rampa, la
quale viene usata per fare piccole evoluzioni aeree ed alcuni Trick
tecnici.
- Lo Street ( tradotto letteralmente
significa strada) comprende tutte quelle situazioni che è possibile
trovare nelle città (ringhiere, panche, sporgenze, gradini, muri, aperture,
ecc.). Esiste anche l'Hardcore Street Riding, lo Street estremo che
è allo stesso tempo divertentissimo e pericoloso dal momento in cui
si ha a che fare con le automobili che sono leggermente più pesanti
dei rider.
- Il Flatland, la specialità
a terra (o del come usare in modo diverso i campi da tennis) richiede
oltre che una buona dose di equilibrio , tempo e dedizione assoluta
in quanto è tutto legato alla pura bravura tecnica e alla fantasia non
potendo contare su rampe discese o strutture di nessun genere. Rappresenta
forse il vero Zen del mondo Freestyle.
- Il Vert è da sempre considerata
la più Hardcore e la più estrema delle specialità del Freestyle infatti
imparare gli incredibili Trick ed eseguirli ad altezze superiori ai
4 metri è una cosa da pochi. Ragazzi come Matt Hofman, Dave Mirra, John
Parker e Dennis McCoy (tanto per fare qualche nome) hanno fatto del
Vert una ragione di vita e tutti dovrebbero vederli almeno una volta
nella vita.
- Il Dirt Jumping è forse l'espressione
più propriamente free del Freestyle in quanto da spazio alla fantasia
di ogni atleta che una volta in aria può sbizzarrirsi a seconda del
suo estro e della ispirazione del momento.
- Perciò ovunque voi siate anche
se non avete una pista a disposizione, avete la possibilità di sfogare
la vostra passione in una di queste specialità.
- Mario"PregioFly"Presi